1995-2015: I 20 anni dell’Ordine

Discorso del Gran Maestro Generale dell’Ordine,
il Rispettabilissimo Fratello Didier Pestel
in occasione del 20° anniversario del risveglio
della Stretta Osservanza Templare

Alla gloria di Dio, creatore universale del mondo e Grande Architetto dell’Universo.
Rispettabilissimo e voi tutti, fratelli e sorelle, nei vostri gradi e qualità. L’anno scorso abbiamo commemorato, ad Andorra, il 700° anniversario della morte dell’ultimo Gran Maestro dei Templari. Forse è giusto ammettere oggi che le fiamme del rogo che martirizzarono Jacques de Molay sono state un elemento di purificazione e un supporto allo spirito del Tempio. In effetti, grazie a questi due elementi, egli ha continuato a vivere attraverso i secoli e la sua figura è sempre ed ancora oggi d’attualità, in questo inizio di XXI secolo.

Che cosa rimane del martirio dell’ultimo Gran Maestro? Tutto. Il fuoco doveva purificare le colpe e gli errori, ma quali? All’inizio di questo nuovo millennio rimangono la gloria, l’esempio e l’eredità di ciò che è bello, buono e onorevole. L’impulso di un grande rinnovamento permanente ci è stato fornito:

– da Karl von Hund, nel Settecento, con la costituzione della Stretta Osservanza Templare; – da Jean-Marie Auzanneau-Fouquet, qui presente oggi, che con alcuni altri fratelli ha risvegliato la Stretta Osservanza Templare il 3 settembre 1995.
Anche nel mondo profano lo spirito dell’Ordine del Tempio ispira continuamente, da molti secoli, gli storici, gli scrittori, i cineasti, i ricercatori, i giornalisti ecc. Questo fuoco nutre con un vigore sorprendente l’intelletto, ma anche l’atteggiamento dei fratelli e delle sorelle della Gran Loggia Scozzese di Stretta Osservanza/SOT. Ne infiamma gli uni e ne ispira gli altri. Esso può fare e disfare. Questo fuoco continua ad esistere, sempre e ancora, è lui ad animare coloro che si affacciano alla soglia del nostro Tempio. Nonostante ciò, è forse necessario considerare l’epopea templare come un fatto storico tra molti altri? Sicuramente e logicamente sì, se si considerano oggettivamente soltanto i fatti che sono identici a tutti gli eventi della Storia: politica, conquiste, vittorie, disfatte, declino, scomparsa ecc.

Nonostante ciò N.V.I.O.: Nulla vi invertitur ordo: l’Ordine non verrà rovesciato da nessuna forza.
Così l’Ordine templare, non lasciando nessuno indifferente, persiste a bruciare ancora nel XXI secolo, tra adorazione e odio, tra interesse e paura. La vasta fiamma del rogo del 1314 si è trasformata in un dardo appuntito di fuoco. Essa brucia o riscalda coloro che si avvicinano e illumina ciascuno secondo criteri ancora sconosciuti.
Qual è l’elemento che giustifica tali differenze? Come misurare l’esigenza delle persone di impegnarsi nella luce di questo fuoco? È solo con l’esperienza del percorso che le risposte possono venire alla luce. Come in un labirinto, il cammino non viene indicato.

L’intuizione e la predestinazione devono giocare un ruolo fondamentale. Solo i fratelli e le sorelle già in cammino possono, come stelle che si potrebbero denominare novenarie, apportare attraverso l’esempio la visione di un punto di riferimento. È in questo atteggiamento fraterno che possiamo ritrovare una parte della soluzione alla ricerca. Anche in questo ambito, l’unione fa la forza. È questa unione, la nostra unione, che fa risorgere la coesione templare che diede tante vittorie all’Ordine del Tempio. Essa fa parte di quel fuoco che si sparge con una tale intensità che possiamo avanzare grazie alla sua luce su tutta la faccia della Terra e conoscere, nel tempo, l’avventura del Templare nei tempi moderni. Come sono molteplici e diversi i motivi di questa attrazione!

– L’attrazione per la violenza del combattimento permanente dell’uomo quaggiù: Signore, non ti chiedo la Forza o la Saggezza per innalzarmi al di sopra degli altri uomini, ma per lottare contro il mio peggior nemico, cioè me stesso.

– La conquista della disciplina… indispensabile nel nostro Ordine.

– L’esemplarità alla quale dobbiamo pervenire… così difficile da raggiungere.

– La spiritualità da vivere…

– Il sacrificio possibile… Tutto ciò sarà sostenuto da un elemento sconosciuto da coloro che non hanno ancora rivestito il bianco mantello con la croce rossa. Questo cammino verrà loro indicato durante la loro accoglienza nell’Ordine, quando l’oratore farà prendere loro conoscenza della nostra regola in nove punti

.

Ma sarà inoltre necessario attirare la loro attenzione in particolare sul nono punto: “Ogni fratello o sorella di Stretta Osservanza deve impegnarsi a praticare con onestà le sette opere di misericordia che furono stabilite fin dal principio così grandi e belle per amore di Dio e dei poveri:

1. Curare i malati,

2. Vestire gli ignudi,

3. Dare da bere agli assetati,

4. Dare da mangiare agli affamati,

5. Accogliere i pellegrini,

6. Seppellire i morti, 7. Visitare i carcerati.


Tale cammino viene percorso più facilmente attraverso l’esercizio delle virtù templari:

– La carità,

– La temperanza,

– La fraternità.

Ritroviamo le virtù nel messaggio lasciato da Bernardo di Chiaravalle che contiene tutta la quintessenza degli insegnamenti che ci ha lasciati in eredità.

Le virtù si completano quindi con i doveri:

– Comunicare,

– Trasmettere,

– Obbligo di proteggere il debole,

– Volontà di suscitare nuove buone volontà, cioè di essere padrini al fine di trasmettere e perché questa catena, dunque questa forza, questa fraternità, questa fiamma perduri e non si spenga mai.

L’eredità templare, un vero e proprio tesoro, costituito dal sapere e dagli insegnamenti attinti ai quattro angoli del mondo, è sempre qui, legatoci dai nostri illustri predecessori, da coloro che ne partirono alla ricerca e la cui preoccupazione essenziale fu di trasmetterla affiché noi non subiamo la fine degli Esseni e possiamo farne il migliore uso. L’adesione alla Gran Loggia Scozzese di Stretta Osservanza è il primo grande portale verso il quale ciascuno può spingersi, ma le porte sul nostro cammino saranno sempre più strette e potranno essere attraversate soltanto da coloro che avranno la forza di trasformarsi. Troppo spesso si sente dire che la Libera Muratoria “viene vissuta per se stessi”: che dimostrazione di egoismo! Eppure quelli e quelle che sono tra noi e che pronunciano queste parole sono stati proposti all’Ordine da un padrino. Come può un libero muratore degno di questo nome accontentarsi di ricevere senza condividere i propri progressi sul cammino della conoscenza della verità? A immagine degli Esseni, senza condivisione il nostro Ordine non potrà sopravvivere e ritornerà nell’oblio da cui è uscito appena vent’anni fa!

Come a Gesù, ai nostri illustri predecessori non piacevano i tiepidi (“Non sono venuto sulla Terra per portare la pace”).

La Stretta Osservanza Templare, grazie alla mediazione della Gran Loggia Scozzese di Stretta Osservanza, deve aiutarci ad acquisire un atteggiamento di presa di coscienza e d’affermazione di sé che sono indispensabili alla nostra edificazione. È nostro dovere farne approfittare i profani meritevoli. Non abbiamo il diritto di lasciarli sul ciglio del nostro cammino, sarebbe come non aver capito il senso profondo della carità cristiana.

Nel mondo profano, conformemente a ciò che è giusto, in accordo con le leggi dell’universo (regole non contenute nel nostro rituale di apprendista) e nell’accompimento dell’amore divino, di cui il dovere è quotidiano per la pratica dei principi cavallereschi e templari, un comportamento sano e il dominio delle nostre azioni ordinate ci permetterà di evolvere su questa strada, dove la purezza sarà vittoriosa sul male e ci permetterà di portare degnamente, senza usurpazione, il bianco mantello con la croce rossa. Il nostro Ordine deve essere unito e le sue virtù cavalleresche ci permetteranno di preservare tale unità indispensabile alla sua perennità.

Un cavaliere della SOT, come i nostri illustri predecessori, deve essere armato di pazienza, di umiltà e di carità.

– Pazienza: è lo scudo che il cavaliere porta e che lo protegge dalle prove dell’avversità.

– Umiltà: è la corazza che preserva le sue più intime profondità, poiché la sua battaglia non ha finalità personali.

– Carità: è al tempo stesso la sua lancia e la sua battaglia.

Così, dopo aver indossato l’elmo della salvezza, per proteggere la propria testa, egli porterà alta e lontana la speranza dell’anima, “la punta fine dello spirito” (da Sant’Agostino e Santa Teresa d’Avila). Egli porterà fieramente la spada della parola di Dio e la diffonderà a cavallo del destriero “del buon desiderio”. È così che i fratelli e le sorelle della Grande Loggia Scozzese di Stretta Osservanza Templare apprendono tutti questi valori, che arriveranno a possedere al momento della loro ammissione nell’Ordine Interno di Stretta Osservanza Templare: il loro lavoro consisterà allora a metterli quotidianamente in pratica al fine di essere esemplari agli altri. In questo risiede l’opera della Stretta Osservanza Templare per il bene dell’Umanità.

Ho detto.

Didier