Il 14 dicembre 1784, Mozart entra in Libera Muratoria e viene iniziato al grado di apprendista nella loggia viennese “La carità” (Die Wohltätigkeit).
Dal 7 gennaio 1785, Mozart è promosso al grado di compagno a seguito della richiesta della sua loggia e con le cerimonie d’abitudine della loggia “Alla vera concordia” (Zur Wahren Eintracht).
A tutt’oggi ignoriamo il momento esatto dell’elevazione di Mozart al grado di maestro, ma la sua presenza in loggia il 22 aprile 1785 ci permette di identificarne più o meno la data.
Circa nello stesso periodo, anche il padre di Mozart, Leopold Mozart, viene ammesso alla loggia “La carità” e sale rapidamente i tre gradi di conoscenza.
Entrando in Libera Muratoria, Mozart penetra in un mondo iniziatico completamente nuovo per lui. Egli effettua tale scelta al fine di rinnovare se stesso e di riprendere la totalità della propria vita con nuove forze e in una nuova luce.
Lo spirito della Libera Muratoria fioriva in lui da diverso tempo. Innamorato della libertà, dell’uguaglianza e della fraternità, persuaso della necessità di scambi reciproci e di un lavoro comune destinato a far progredire l’umanità, le arti e le scienze, entrando nella Libera Muratoria egli esaudisce quel desiderio di lavoro comune e s’impegna il più profondamente possibile in questa ricerca spirituale, resa più semplice dal calore dell’amicizia fraterna che riceve dai suoi fratelli liberi muratori
Le opere dell’autunno 1784, ed in particolare la sonata in do minore K 457, mostrano le prime influenze della Libera Muratoria sulle composizioni di Mozart. Si può ritrovare questa influenza negli ultimi sette anni della sua esistenza attraverso la profondità e l’intensità della sua vita di libero muratore.
Citiamo tre opere particolarmente impregnate di questo simbolismo massonico.
La cantata “Die Maurerfreude”, K 471, è la prima vera grande composizione massonica di Mozart, eseguita il 24 aprile 1785 ad un banchetto di loggia a Vienna.
In questa composizione si uniscono già l’originalità dello stile personale e l’espressione sobria e spoglia di sentimenti “spirituali”. Quest’opera mostra con quanta serietà e quanto entusiasmo Mozart si era profondamente impegnato nella Libera Muratoria.
La seconda opera importante è la musica funebre massonica K 477, eseguita durante una tornata di loggia a Vienna, in memoria di due fratelli della Stretta Osservanza scomparsi recentemente.
Questa composizione è ben lontana dall’essere un’opera di circostanza dedicata alla memoria di due amici. Il sentimento che anima l’opera non è una semplice rassegnazione di fronte alla morte, ma la traduzione di una rinascita a vita nuova, spirituale e divina.
Infine arriviamo a “Singspiel”, “Il flauto magico”, K 620, rappresentato per la prima volta a Vienna il 30 settembre 1791.
“Il flauto magico” sembra apparentemente un semplice racconto fiabesco, ma in realtà si rivela essere una vera e propria opera di difesa e di glorificazione della Libera Muratoria. Le allusioni sono abbastanza dirette e si ritrovano dall’inizio alla fine dell’opera. Tra l’altro non è necessario essere liberi muratori per notare le corrispondenze tra diversi passaggi del libretto e i testi massonici già pubblicati all’epoca. I riferimenti massonici all’interno dell’opera sono numerosi: si parla di confraternite di iniziati e di svolgimenti rituali. In particolare, si ritrova tutto ciò nel passaggio del coro dei sacerdoti “O Isis und Osiris” del secondo atto: il personaggio di Tamino non ha ancora affrontato la terza prova, la più difficile, ma già gli iniziati sperano che il giovane principe sia presto degno di essere ammesso fra loro.